perché è il modo in cui si racconta a plasmare l’emozione e la visione.
Guido Bandini, spirito poliedrico, nato a Firenze nel 1972, si distingue per un percorso artistico unico che attraversa diversi linguaggi espressivi. Diplomato al Liceo Scientifico, abbandona gli studi di Architettura per seguire la sua vocazione artistica, esplorando poesia, pittura, musica e fotografia. Questo spirito lo conduce infine al cinema indipendente, dove trova il linguaggio prevalente della sua poetica e visione artistica. Appassionato di arte e pittura, inizia a dipingere prevalentemente opere figurative durante la giovinezza, perfezionando successivamente le sue tecniche pittoriche sotto la guida del pittore Luigi Doni a Firenze. Questa esperienza lo porta a partecipare a mostre ed esposizioni, ma è nel mondo del video e del cinema indipendente che scopre la sua vera vocazione. Le retrospettive di maestri come Tarkovskij, Kieslowski, Theo Angelopoulos e Sergey Parajanov, insieme al cinema dell’Europa dell'Est e russo, influenzano profondamente la sua sensibilità e ispirano la sua visione di regista.
2022 – “Adagio portoghese” soggetto e regia
Documentario di creazione – 35′
produzione: Vivaimago
Soggetto: Guido e Fabrizio Bandini
D.O.P: Piero Di Stefano
Montaggio: Giorgio Di Stefano
2020 – “Nada” – montaggio
Lungometraggio – 90’
sceneggiatura e regia: Dino Šabanović
2019 – “Tracce” – regia, fotografia e montaggio
Film d’arte – 15′
musiche: Isacco Favazza
produzione: Vivaimago
2018 – “Der rote shal” – fotografia e montaggio
lungometraggio – 100′
produzione: Vivaimago
regia: Mario Masini
Suono: Marco Lega
Musiche: Isacco Favazza
2017 – “Il pittore e le oche” – soggetto, regia e montaggio
documentario di creazione – 58′
D.O.P: Piero Di Stefano
musiche: Isacco Favazza
produzione: Vivaimago
2013 – Costruire Amore (Building love) – montaggio
Serie documentaria 14 x 30’ autore e regia: Luca Trovellesi Cesana
produzione: Sydonia Entertainment, Studio3 TV, Funima International
2013 – “A riparo dal vento” – soggetto, regia e montaggio
documentario di creazione – 39′
D.O.P: Michele Sapia
musiche: Isacco Favazza
produzione: Vivaimago
2009 – “Io e Anna” – regia e montaggio
cortometraggio – 19’
D.O.P: Michele Sapia
produzione: Piccola Compagnia dell’Arganti
interpreti: Carlo Monni, Sergio Forconi, Guido Signorini, Linda Paoletti,
Sara Giulivi, Nicholas Natali Morosow e Toni Nicastro
2005 – “Il mestiere dell’attenzione – Mattia Moreni e la regressione della specie” soggetto, regia e montaggio
documentario- biografia d’artista – 72’
produzione: G.&F. Bandini,C.Loubat, Cavernjatt record
2004 – “Verso casa“– regia e montaggio
documentario sociale – Dv 30’
produzione: ARCA coop. sociale
Una storia sospesa” – coregia
cortometraggio di finzione – 8’
produzione: Rayboom
2003 – “Da qui” – soggetto e regia
documentario sociale – 25’
produzione: ARCA coop. Sociale
2000 – “Veni, vidi . “ – soggetto e regia
cortometraggio di finzione – 4’ autoprodotto
“Mimo Miracolo” – soggetto e regia
cortometraggio di finzione – 6 autoprodotto
“Cerimoniale” – regia
videoart – 7’
autoprodotto
1999 – “Il meccanismo dell’innocenza” – sceneggiatura e regia
cortometraggio di finzione – 20’
fotografia: Clemente Bicocchi
montaggio: Filippo Spitale
interpreti: Teresa Fallai, Orvelio Scotti, Massimo Alì
autoprodotto
1998 – “poesia corta” – regia
cortometraggio – 8′ autoprodotto
Una selezione dei miei lavori da regista, DOP e montatore
Un viaggio nella Città di Oporto tra presente e passato alla ricerca del cinema delle origini
Un regista giunge nella città di Oporto. Ispirato dal documentario del 1956 “Il pittore e la città” di Manuel De Oliveira, riscopre la semplicità del linguaggio del cinema delle origini, compiendo un viaggio nella potente bellezza e nell’anima di una città, che diventa emblema e trasfigurazione del mondo, del suo mistero, della fragilità e finitezza dell’esistenza umana.
Un viaggio nell’opera e nel processo creativo dell'artista Massimiliano Orlandoni
Tracce è un viaggio intimo e poetico nell’opera e nel processo creativo di Massimiliano Orlandoni nel quale i luoghi, i progetti e le sessioni di lavoro dell’artista si fondono alle riflessioni annotate nei suoi stessi diari che diventano voce altra e segno esistenziale, “un codice personale al quale attingere per indagare la bellezza della natura e fermare la fugacità dello sguardo”. “Tracce” è altresì il tentativo dell’artista di chiudere idealmente un cerchio nell’agognata ricerca di una perfezione, verso la quale solo la limitatezza dell’esistenza umana – nella sua precarietà – sembra riuscire a tracciare, trasformando lo smarrimento in forza creativa e positività.
La straordinaria storia di Vincenzo Raccosta, pittore e allevatore di oche raccontato dalla comunità di artisti amici
Cosa rimane di un pittore dopo la sua morte? Cosa genera la sua assenza? quanto può durare la forza di un sogno? Vincenzo Raccosta, allevatore di oche e pittore autodidatta, ha cercato per tutta la vita di fondere la sua passione per l’arte al suo amore per la terra. Una vita semplice e generosa, stroncata all’improvviso, che lascia sgomenti le sorelle e gli amici fra i quali molti pittori che da anni frequentano assiduamente il suo Casale di campagna: un luogo antico e inconsueto, un’oasi di pace e convivialità che Vincenzo è riuscito col tempo a trasformare in uno spazio di confronto e scambio di idee, fino a diventare sede di mostre collettive d’arte da lui intitolate “Artenaturalmente”. Nonostante oggi il Casale sia senza il suo padrone, restano le tracce della sua presenza e le quattro oche che Vincenzo aveva risparmiato all’inevitabile sacrificio; restano i suoi quadri, la sua visione del mondo e la volontà delle sorelle di mantenere viva la memoria del fratello.
Marche. Campagne maceratesi: il dialogo muto tra un vecchio e la sua terra nei giorni che precedono il suo centesimo compleanno
Marche. Campagne maceratesi. Il dialogo muto tra un vecchio e la sua terra; ricordi di freddo, di duro lavoro nei campi, di rassegnazione; frammenti di un mondo che ancora sopravvivono nei pensieri e nelle parole di Luigi Paolucci, ex contadino a mezzadria che oggi vive insieme al figlio e alla badante in un condominio di periferia. Ma questi sono giorni particolari per Lello! sta per arrivare il giorno del suo centesimo compleanno e la famiglia gli si stringe attorno preparandosi a festeggiarlo: la figlia Iolanda ma soprattutto la nipote Cristina che, grazie all’evento, passerà un po’ di tempo col nonno, interrogandosi sull’inevitabilità di un ripensamento radicale dell’esistenza umana in rapporto alla natura che lo circonda.
Mattia Moreni e la regressione della specie
“Il mestiere dell’attenzione” è un omaggio a Mattia Moreni.( 1920 – 1999 ), uno degli artisti più visionari del secolo appena trascorso. Spinto da un flusso di creatività prorompente e fuori dal seminato ufficiale dell’arte, ha dato vita ad opere sulla “fine dell’umanesimo” e sulla mutazione antropologica, teorizzando ed illustrandola ” regressione della specie”, fino a denunciare la pianificazione celebrale dell’”umanoide tutto computer”, anticipando di circa un ventennio alcuni tra i temi più attuali, quali la ricerca genetica, il progresso sempre più totalizzante dell’elettronica e delle bio-tecnologie che incidono sul destino dell’uomo e sul destino parallelo della pittura.. Il documentario si muove tra gli scenari della Romagna, terra adottiva ed amata da Moreni, e Parigi, intrecciando i racconti e le testimonianze delle persone a lui più vicine con il lavoro del regista alle prese con la realizzazione del documentario, rivelando il carattere difficile e contraddittorio dell’artista, che, guidato da scelte radicali ed attraverso un isolamento voluto e vissuto dagli anni ’60 fino alla morte, lo hanno portato ad assumere la posizione privilegiata di attento e lucido osservatore e “sperimentatore” della modernità.